L’anno scorso ci siamo avventurati a incontrare l’Assolutamente Altro rispetto alla Cultura Europea: l’India.
Abbiamo imparato molto fatto, scoperte meravigliose, incontrato impreviste difficoltà – letto, studiato, esplorato il
palco sulla base di idee ‘altre’ e creato alcuni spettacoli bellissimi di cui almeno uno che sfiora il capolavoro.
Ma abbiamo anche incontrato ‘Maestri’ (e Maestre) che ci hanno regalato il loro sapere.
E esplorato alla luce di una cultura non nostra, che ha fatto un po’ come quelle che una volta si chiamavano ‘cartine
al tornasole’, noi stessi i nostri sogni desideri paure valori.
In questo tempo di guerre e rumori di guerre, di ritorno di irrazionalismi e paure ancestrali fomentate da alcuni per
tornaconto, di distruzione sistematica di quella cultura che, nata nel Rinascimento, ha dato forma alla Cultura
Europea per 5 secoli – la cosiddetta Cultura Umanistica.
Nell’era del turbocapitalismo e del suo portato di materialismo rozzo e arrogante, dove la finanza diventata una
teologia assolutista e repressiva, ci sembra importante tornare a interrogarci su ciò che siamo e su come siamo
diventati ciò che siamo prima che la deriva in corso e la crisi di una Civiltà -come è stato autorevolmente detto – ci
faccia dimenticare le coordinate che ci rendono esseri umani e non semplici produttori-consumatori fungibili e
sostituibili.
Così torniamo là dove la Civiltà Europea è nata: in Grecia. La Grecia classica (come hanno fatto gli Umanisti italiani
del ‘200 per altro) ma anche la Grecia contemporanea dove poeti e scrittori – penso a Kavafis Seferis Ritsos
Kazantakis etc. - hanno riletto quei miti di fondazione con lo sguardo del ‘900.
Che scoperte ci riserverà questo ritorno alla luce del viaggio mentale e spirituale in un’India dell’Anima? Se ‘un
classico è tale perché non ha mai finito di dire ciò che ha da dire’ (Italo Calvino) quali altre parole ci suggeriranno
all’orecchio o nel fondo del nostro inconscio Eschilo Sofocle Omero Tucidide Platone Parmenide – ma anche
Ghiannis Ritsos, Alki Zei, Stratis Haviaras?
Omero ci parla della guerra di tutte le guerre comprese quelle che oggi ci spaventano alle porte di casa; Sofocle ci
costringe a confrontarci con il binomio Destino/Libertà; Ritsos o Haviaras con la dittatura e altre sventure.
Ma c’è molto di più: sorprendentemente Eschilo racconta prima ancora che fosse inventata la parola per definirlo il
‘fascismo’ -inteso forse come il ‘fascismo eterno’ di cui parla Eco. E potremmo proseguire a lungo.
Ma le parole che precedono ci portano alla seconda radice cui presteremo attenzione.
Nel 2025 sono ottantanni dalla Liberazione. In questo tempo in cui torna la fascinazione per l’Uomo (o la Donna)
Forte, l’Uomo (o la Donna) solo al Comando, per l’Inviato (o Inviata) della Provvidenza, per le soluzioni semplici (o
semplicistiche) a problemi complessi e insieme la stanchezza per la fatica della Democrazia, per la lentezza delle
decisioni in un sistema che garantisce la Libertà di Pensiero e di Parola, per la pazienza che richiede il confronto e
la discussione non è male tornare a riflettere su ciò cui ha condotto la ricerca di scorciatoie, decisioni rapide
(apparentemente), responsabilità in capo a Uno Solo (o Una Sola) – e quindi sul disastro che solo ottantanni fa ha
conosciuto l’Italia (e l’Europa).
Così da gennaio dedicheremo una sera al mese alla Resistenza in Italia – e in Europa – e ai valori che hanno fondato
la Terra e il Luogo in cui abbiamo la fortuna di vivere.
Tutti i Corsi di STN-Studionovecento saranno legati alla Grecità.
I Progetti Speciali alla Liberazione.
I due temi saranno collegati – oltre che dal comune richiamo alle Radici – da una serie di incontri culturali – il
sabato pomeriggio, uno al mese – in cui Maestri e Maestre verranno a regalarci il loro sapere e il loro sguardo su
aspetti particolari del tema di quest’anno: dalla lettura psicanalitica del mito greco alla storia del Fascismo di Salò;
dall’incontro tra neuroscienze e teatro alle influenze della Cultura Greca sulle Letterature di altri Paesi Luoghi
Popoli.
Incontri gratuiti come sempre aperti a tutti che innervano la Stagione di STN-Studionovecento e la qualificano
come un luogo unico nel panorama teatrale e culturale milanese.